“Laureato a Pisa…”

Noo che noia, vi racconterò una storia diversa. Vi racconterò quello che per me è stato importante, o meglio eccezionale.

Il mio primo maestro è stato Stefano Pizzirani. Nel 1983 ho avuto la possibilità di andare a fare apprendistato nella Clinica Europa a Firenze, fondata dal padre Pirano Pizzirani. Trovare la “bottega del Maestro”  (dove sarebbe quasi giusto pagare, per imparare come si faceva una volta) é una fortuna immensa.

Oggi Stefano è diplomato all’ECVS (College dei Chirurghi Veterinari Europei) e all’ACVO (College degli Oftalmologi Veterinari Americani) e professore alla Vet School di Boston.

Nel 1983, quando ho iniziato, e non c’erano le specializzazioni, Stefano studiava e approfondiva ogni materia: cardiologia, oculistica, ortopedia. Era un punto di riferimento per tutti, sempre sui libri, sempre ai congressi. Mi ha insegnato il rigore, la scientificità, e tanta pratica.

Insieme abbiamo fatto il primo corso AO vet (associazione per la ricerca osteosintesi) a Davos con per insegnanti tutti i mostri sacri dell’ortopedia veterinaria americani e europei, da lì è partito tutto:  il primo clerkship all’università del Michigan, le prime protesi d’anca, poi il tirocinio all’università del North Carolina col professor Bill Betts, una mano eccezionale, quello che mi insegnava lui in 10 minuti ci sarebbero voluti anni per impararlo, o forse non l’avrei imparato mai.

Poi, ogni anno, sono andato un mese nelle varie Università Veterinarie Americane e li stringevo rapporti coi professori e Tecnici infermieri e li invitavo a Roma. Gli davo la mia casa, io andavo da mia madre, e facevo lo scambio culturale: una vacanza a Roma con tutta la sua intensità, il suo patrimonio storico, e loro mi permettevano di frequentare i loro teaching hospital, senza segreti.

Li ho imparato, oltre alla professione (erano 10 o 20 anni avanti a me), il valore del divulgare la cultura, cedere tutto quello che sai senza segreti, e se vai avanti è per meritocrazia. Le università USA sono stupende, semplicemente stupende.

Nel 1989 divenne il primo membro AO vet italiano, la AO è una importante associazione di ortopedici internazionale.

Un giorno Jorg Auer, direttore dell’università Veterinaria di Zurigo, mi telefona, c’era ancora il telefono viva voce in chirurgia (vecchia usanza sbagliata) e mi propone di fondare l’ECVS il College dei Chirurghi Veterinari Europei, sulle orme del famoso ed efficientissimo ACVS College dei Chirurghi Veterinari Americani di cui lui era membro. Per poco svenivo! Quindi sono stato per anni “director on the board of the ECVS”.

La cosa meravigliosa è che in questo college entravi solo se avevi fatto delle interessanti pubblicazioni e se passavi un duro esame. Ovvero non ci furono “grand fathers” o diplomati de facto, tutti hanno dovuto superare l’esame. Oggi per restare nel college siamo sottoposti a una ricertificazione ogni 5 anni che prevede, attività clinica, partecipazioni a congressi, pubblicazioni e attività come relatore a conferenze.

Parallelamente a questo percorso di apprendimento, che continua e spero non finisca mai, cresceva il Centro Veterinario Gregorio VII, Ospedale Veterinario a Roma nato nel 1985 figlio del grande “equivoco”: crescere sempre di più per avere più casistica.

Vi è una realtà imprescindibile per un Chirurgo, più casi fa e più diventa un buon chirurgo. Talento, disciplina, ego, umanità, volontà, sono necessari, ma senza la casistica non bastano. La casistica è proprio necessaria, per imparare, crescere, formarsi e saper fare la routine in modo eccelso, risolvere le complicanze e i casi difficili.

Che sia musica, sport, arte o medicina, qualunque cosa, una certa dose di maniacalità è necessaria per eccellere, per essere pure simpatico devi aggiungere l’ironia e l’autocritica.

L’equivoco sta nel fatto che negli anni 80’, 90’ non esistevano strutture ospedaliere veterinarie in Italia, quindi per creare casistica, per avere un centinaio di casi su una tecnica serviva creare tutto quello che c’è intorno.

Per esempio nell’1985, appena aperto, mi sono innamorato della Torsione dello Stomaco, GDV, gastric dilatation volvulus sindrome. Ricordo che nell’83 il mio professore di specializzazione a Milano diceva che solo il 2% sopravviveva, oggi siamo al 90% di sopravvivenza!

Per capire, crescere, cambiare, pubblicare “Using a modified gastropexy technique to prevent recurrence of gastric dilatation-volvulus in dogs January 2001 Veterinary Medicine” serviva stare aperti la notte, se vuoi stare aperto la notte, lavorare il giorno,fare le chirurgie programmabili ortopediche, e non morire, devi addestrare, motivare, gestire persone, organizzare locali attrezzature turni, gestire risorse economiche investire.  Quindi fai un po’ l’imprenditore un po’ il manager e un sacco di altre cose, nel mio caso per sbaglio, per equivoco.

Nel 2020 eravamo un centinaio di medici e una trentina di dipendenti, un vero Ospedale Veterinario.

Chiamalo motivazione, amore, il motore, è sempre quello, operare bene, operare sempre meglio, risolvere un problema di salute dell’animale con le tue mani mosse dal cervello e qualche strumento.

Questa è la mia vita. Oggi dopo quasi 40 anni di professione ho capito che il chirurgo lavora insieme ad altre persone, una squadra. Anestesista, infermiere di sala operatoria, infermiere, personale tecnico delle pulizie e altri, l’ultimo non meno importante del primo, sono tutti necessari. Queste persone le devi rispettare, se le ami è pure meglio. 

Da grande voglio puntare a fare il chirurgo BENE, e tutto deve ruotare intorno a quello. So che il vero centro della sala operatoria è il Paziente, è il Paziente l’essere, l’individuo più importante nella sala chirurgica, quindi la chirurgia è al servizio del Paziente. Sarei disonesto però, se dicessi che mentre la mia mente è immersa, completamente assorbita in una tecnica penso al Paziente, in quel momento ti devi astrarre e pensare solo a fare nel modo più vicino possibile alla perfezione la procedura. 

E’ un meccanismo magico, parlare di freddezza è sbagliato, ma non c’è spazio per sentimentalismi, non puoi pensare che quella frattura, quel tumore sono in un essere vivente che prova emozioni, e che ha un proprietario che magari sta piangendo. In quel momento sei un tecnico e devi pensare solo a compiere quell’atto che può essere complesso, comportare delle decisioni importanti, dei cambiamenti repentini.

“Nella mente solo: procedura e qualità della vita del paziente.”


So che tutto deve ruotare intorno al paziente e credo di esserci vicino, quando esco dal trans dell’intervento è sempre più forte il concetto che siamo al servizio del malato, che le decisioni le scelte devono essere fatte per il suo bene. 

Un altro importante capitolo della mia vita professionale è quello con Antonio Ferretti e l’Ilizarov. Antonio è stato un grande maestro! È più grande di me, oggi è in pensione. E’ stato Il primo che ha dato una dignità alla figura del chirurgo veterinario in Italia. Un vero pioniere già negli anni 70, era uno “specialista” lavorava solo per referenza, mentalità da ingegnere, integro, senza compromessi, tutto di un pezzo, una quercia. Andavo da lui a Milano viaggiando di notte, operava i pazienti e la sera stessa tornavo a Roma, tutto per imparare la tecnica di Ilizarov.

Il maestro Abramovich Ilizarov un chirurgo ortopedico umano russo che aveva intuitouna serie di principi rivoluzionari per assistere il Callo osseo, processo naturale a dir poco commovente che la natura fa da sola, l’ortopedico la deve aiutare in punta di piedi, e questo aiuto può essere determinante o devastante.

Antonio ha fatto sue queste intuizioni, le ha interpretate, acquisite,si recò in Siberia a Kurgan ai tempi della Grande Russia, fu una incredibile ed inconsueta concessione da parte del Maestro. Ilizarov lo aveva accettato, affascinato dai suoi casi sui pazienti cani e gatti e, probabilmente, un po’ per stima e simpatia, un po' perché Antonio Ferretti non rappresentava un concorrente umano, gli ha permesso di vedere i suoi segreti.

Ho iniziato ad acquistare il materiale, fare corsi di umana, studiare tutti i libri che potevo e dopo i primi casi è arrivato Use of the “Ilizarov” External Fixator in a Dog, M. D. Tommasini, C. Betts Published 1991 Medicine Veterinary and Comparative Orthopedics and Traumatology, una pubblicazione sulla correzione di un radio curvo in un alano mediante apparato di Ilizarov che hai tempi era veramente rivoluzionaria. Il sistema consente le correzioni progressive con la formazione di nuovo osso, molto più efficaci e valide delle correzioni acute che prevedono l’asportazione di un cuneo osseo.

Gli anni a seguire sono stati un proliferare continuo di casi e corsi in tutto il mondo. Antonio era il Maestro depositario del “sapere”, io giravo per le varie università americane e proponevo il sistema e ci invitavano a fare corsi. Con Nichole Ehrhart abbiamo pubblicato Bone Transport Osteogenesis for Limb Salvage: Following Resection of Primary Bone Tumors: Experience with Six Cases (1991-1996) un articolo dove illustreremo vari casi in cui tumori ossei erano stati asportati e l’osso mancante, anche 12 cm, era stato ricostruito mediante la distrazione progressiva che fa produrre il “rigenerato” osso neoformato. La stessa tecnica con cui Ilizarov ha allungato i segmenti ossei dei nani. Per anni questo ci ha permesso di fare ancora scambi culturali molto interessanti. 

Sempre con Nichole abbiamo fatto uno studio sulla densità ossea del rigenerato, sottoposto a radioterapia o chemioterapia.

In una storia non posso non raccontare di altre passioni, 10.000 km l’anno in bicicletta con 5 maratone delle Dolomiti e decine, e decine di altre granfondo Campagnolo, Oetztaler radmarathon, Roma-Milano passando per Fano 2 giorni in solitaria 630 km. 4 anni di st louis school of music con Claudio Mastracci a suonare batteria Blues e jazz. La passione per l’arte fabbrile e la saldatura, con maestri come Roberto Giordani Jadran Stenico Matteo Cambedda, che mi ha consentito di creare tutto l’arredamento della clinica di Percha.

C’è un’altra magia di cui vi voglio parlare, la vita di un vabbè ...narciso stacanovista, iperattivo, chi più ne ha più ne metta, deve avere un supporto affettivo. Ho tre figli Ludovica , Edoardo, ed Enea 26, 25, e 4 anni che mi fanno da turbo mentale! Questo mi porta in età pensionabile a continuare.

Al momento frequento per 3 giorni  al mese la clinica di Aldo Vezzoni, il Guru Mondiale delle protesi d’anca. A giugno 2022 farò il corso Kion e via per quest’altra avventura. A 63 anni partire col camper dormire nel parcheggio della clinica veterinaria Vezzoni e stare li con Aldo che mi insegna tutti i suoi segreti, e lo so che non li insegna più a nessuno; questo non è lavoro, non è professione, è Amore è sentimento. Mentre sono lì non è solo protesi, è l’Ortopedia con la O maiuscola, la filosofia della sala operatoria perfetta, la checklist, le ragioni dei fallimenti, La Vita dedicata alla chirurgia/ortopedia.

Si danza, si fa musica, poesia operando!

Matteo

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